Insegnare a leggere, a scrivere ed a far di conto…
Si diceva nei Programmi didattici del 1955, e si ripete spesso che questa poteva essere la finalità della scuola.
Ma non basta!
Non basta, non perché la scuola deve assicurare una formazione che sia più completa, più onnicomprensiva, integrale.
La scuola deve assicurare una formazione che, oltre ad essere ottimale ed originale, sia integrale: occorre promuovere la formazione di tutte le dimensioni della personalità, da quella motoria a quella emotivo-affettiva, sociale, morale, linguistica ecc.
Tuttavia, una scuola che insegnasse per davvero a leggere sarebbe già una grande scuola.
In fondo, sembra che la scuola sia nata proprio con l’intento di insegnare a leggere.
Insegnare a leggere.
Ma che cosa significa insegnare a leggere?
Basta saper leggere?
Oppure occorre innanzitutto e soprattutto acquisire l’amore della lettura?
J.J. Rousseau, quando si è posto il problema di insegnare a leggere ad Emilio, ha risposto che il problema prioritario, essenziale, anzi esclusivo, era paradossalmente solo quello di far nascere l’amore della lettura e che un grande pedagogista come lui non si occupava dei metodi per insegnare a leggere, a significare che quello che importa è soprattutto l’interesse per l’apprendimento del leggere.
Occorre che la scuola si impegni a insegnare a leggere e si impegni soprattutto a far nascere, a coltivare, a incrementare l’amore della lettura.
Ecco, questo è l’impegno primario, fondamentale, essenziale, di ogni scuola, di ogni docente: del docente di lingua e del docente di Storia, del docente di Matematica e del docente di Scienze…
Ma, si dirà, come si fa a far nascere l’amore della lettura?
http://www.edscuola.it/archivio/didattica/lettura.html
martedì 25 maggio 2010
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