Saggio Fede e Ragione
Avete presente cosa prova l’equilibrista che viaggia attento su un filo sottile, cercando di non cadere? Ebbene questa è, metaforicamente, la sensazione che ho provato leggendo il libro scritto in modo magistrale dalla mia collega Elisabetta Sabatino, facendo esperienza, nell’affascinante percorso di lettura, del difficile equilibrio che corre tra i due punti estremi del bastone che tengo in mano per non cadere: fede e ragione alla ricerca di Dio. Non tema il lettore di trovarsi di fronte un testo difficile solo perché tratta di filosofia e teologia e del loro intimo rapporto verso la conoscenza naturale di Dio, tema centrale del libro; anzi potrà ritrovarsi come l’equilibrista profondamente coinvolto nell’intricato gioco di rimandi tra autori classici, filosofi e teologi, che hanno riflettuto sul cammino verso il riconoscimento di Dio, ora della sua idea, ora del suo volto. Non tema il lettore di trovare nelle righe, a volte troppo criptiche, la ragione del proprio cercare il divino, sia rivolgendo il proprio sguardo ai filosofi della Grecia Antica, sia a quelli dell’epoca moderna e contemporanea, passando per Sant’Agostino e San Tommaso d’Aquino, magari stando sospesi fino al capitolo ottavo, quello decisivo, dove viene esplicitato l’incontro tra fede e ragione alla luce della speranza, con una rilettura critica dell’Enciclica Fides et ratio.
Infatti, fino a questo punto, l’autrice dibatte sul dialogo tra fede e ragione, tentando di superare una radicata visione dualistica che considera contrapposti mente e cuore. L’autrice fa tesoro dei suoi studi prima filosofici e poi teologici, con un atteggiamento simile a quello di Ludwig Wittgenstein, citato all’inizio della sua opera: <>. Il saggio approfondisce, nei suoi momenti più alti, l’intima connessione tra fede e ragione accentuando come la fede, oltre ad essere un dono di Dio, che è elargito a tutti, sia anche una risposta e quindi una ricerca razionale, una scelta che coinvolge l’uomo nella sua totalità, quindi anche nella sua razionalità. Con ciò non si vuole certo dire che la ragione sia sufficiente per convertire; sarebbe questo un grosso errore perché ci si dimentica che la vita di un cristiano è una vita che comunque deve fondarsi sull’incontro con una Persona, con un Dio Persona, non certo con il “Dio dei filosofi”, come aveva affermato Pascal secondo il quale la ragione non può certo condurci “al Dio vivente, Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe”.
Infatti, fino a questo punto, l’autrice dibatte sul dialogo tra fede e ragione, tentando di superare una radicata visione dualistica che considera contrapposti mente e cuore. L’autrice fa tesoro dei suoi studi prima filosofici e poi teologici, con un atteggiamento simile a quello di Ludwig Wittgenstein, citato all’inizio della sua opera: <
Tratto da RECENSIONE LIBRO di Elisabetta Sabatino
“L’idea di un Dio, il volto di Dio”,
Marlin Editore, 2010.
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